LE CARTOLINE DI JSF: LE CITTA' D'EUROPA
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CARTOLINE D'EUROPA

- Le città d'Europa -

In questo mese:

SPECIALE TUNISIA 1992!

Cartagine: JSF 1992

Bizerte

Djerba: JSF 1992

Dougga

Hammamet: JSF 1992

El-Jem

Kairouan: JSF 1992

Mahdia

Nabeul: JSF 1992

Matmata

Sidi Bou Said: JSF 1992

Parco nazionale di Ichkeul

Tozeur

E poi ancora...

Tunisi

Cartagine

Poche e deludenti rovine rimangono a testimonianza dell'affascinante storia di Cartagine e della sua posizione di dominio nel mondo antico, dopo l'accurata opera di demolizione da parte dei romani. La maggior parte delle antiche vestigia giunte fino ai giorni nostri sono pertanto di origine romana. I principali luoghi di interesse sono sei e, sfortunatamente per il visitatore, si trovano ad una notevole distanza l'uno dall'altro. L'idea migliore è quella di salire su un treno della linea TGM (rete metropolitana) che serve la zona centrale dell'area, ma preparatevi: avrete comunque un bel po' di strada da fare. Il miglior luogo dal quale iniziare è la Collina di Byrsa, dalla quale si domina l'intera area e si può godere uno splendido panorama. Ai suoi piedi, si trova la Cattedrale di San Luigi, visibile anche a chilometri di distanza date le dimensioni colossali. Fu costruita dai francesi nel 1890 e dedicata al re-santo del XIII secolo morto sulla spiaggia di Cartagine nel 1270 durante la malaugurata VIII crociata. Nonostante sia stata sconsacrata e chiusa per anni, è stata recentemente restaurata e riaperta al pubblico. Il Museo nazionale è la grande costruzione di colore bianco sul retro della cattedrale e le sue nuove collezioni meritano senz'altro una visita; di particolare interesse è la sezione punica al piano superiore. L'anfiteatro romano sul versante occidentale della Collina Byrsa, a 15 minuti di strada dal museo, sembra essere stato uno dei più grandi dell'impero, sebbene oggi rimanga ben poco a testimonianza del suo glorioso passato, dal momento che la maggior parte delle sue pietre sono state utilizzate per altre costruzioni nei secoli successivi. La serie di enormi cisterne a nordest dell'anfiteatro costituiva la principale fonte idrica per Cartagine durante l'epoca romana. Oggi, le cisterne si trovano in uno stato di degrado avanzato e non vale la pena di arrampicarsi tra spinosi cactus per vederle.
Le Terme di Antonio si trovano più in basso, verso il mare e colpiscono più per le loro dimensioni e la loro ubicazione che per altro. Più a sud, a pochi isolati dalle terme, si trova il Quartiere Magon, un altro parco archeologico sul mare, dove recenti scavi hanno portato alla luce un'interessante zona residenziale.
La scoperta del Santuario di Tophet nel 1921 fu accolta con enorme entusiasmo e scatenò sentimenti di un'intensità tale da stimolare la creazione di numerose opere di prosa. Il Tophet era un luogo sacrificale con un cimitero adiacente, dove i figli dei nobili cartaginesi venivano uccisi e bruciati per placare gli dei Baal Hammon e Tanit. Oggi il sito è tutt'altro che entusiasmante: si presenta come poco più di una macchia di erbacce con qualche fossa scavata qua e là.

Djerba

Hotels Gerba offre moltissime possibilità per soggiornare. Nella zona a nord est dell’isola, e in particolare a Houmt Souk, si concentra la maggior parte dei complessi turistici. Midoun possiede hotel più economici. Ristoranti Gerba non offre grandi possibilità per mangiare. Nella capitale si trovano ristoranti di buon livello, senza spendere molto. Midoun offre qualche piccolo ristorantino. Nel resto dell’isola si consiglia d’entrare in qualche negozio di alimentari e farsi preparare un ‘cassecroute’, un panino imbottito. Vita notturna Le zone turistiche offrono alcuni locali notturni. Cambio moneta Si può cambiare moneta presso gli hotel. Nella capitale troverete il maggior numero di banche, ma spesso sono affollate e si rischia di perdere molto tempo. Trasporti Se si pensa di girare per l’isola, è meglio farlo partendo da Houmt Souk. Qui si trovano le stazioni dei taxi e degli autobus. È consigliabile comunque noleggiare un motorino, poco costoso, ma comodo per raggiungere le coste. Gli autobus e i taxi sono abbastanza economici, ma comportano tempi d’attesa abbastanza lunghi.

Penisola di Capo Bon: Hammamet e Nabeul

Questa fertile penisola si estende in direzione del Mediterraneo, a nordest di Tunisi. I geologi ritengono che in passato essa raggiungesse la Sicilia, facendo da ponte tra l'Africa e l'Europa, e che sia sprofondata al di sotto del mare circa 30.000 anni fa. Attualmente, Capo Bon, e in particolare le spiagge sudorientali attorno ad Hammamet e Nabeul, costituiscono la meta preferita del turismo organizzato. Passeggiando per le strade di Hammamet in estate vi sarà difficile individuare i pochi abitanti locali tra le immense ondate di turisti. Il ritmo non rallenta mai se non per un breve periodo di tempo, ossia durante l'inverno. La posizione della città all'estremità settentrionale del Golfo di Hammamet ne fa un luogo di grande richiamo, così come di grande richiamo è anche la vecchia medina posta su un'immensa distesa di spiaggia sabbiosa. Hammamet è una città piena di vita, ricca di discoteche, ristoranti e coloratissimi negozi, insomma di tutto ciò che un turista potrebbe desiderare. Ciò che manca è forse un po' di pace. La più grande differenza tra Hammamet e la sua vicina, Nabeul, consiste nel fatto che quest'ultima offre una serie di sistemazioni economiche tra le quali l'area di campeggio meglio organizzata del paese. Il mercatino del venerdì di Nabeul è uno dei più vivaci della Tunisia, sebbene non abbondi di occasioni o di merci di qualità. Una volta giunti a Kelibia, dopo esservi lasciati alle spalle il peggio del turismo commerciale, vi troverete invece in un villaggio che sopravvive soprattutto grazie alla pesca, con piccoli centri e spiagge riparati e un incantevole forte del VI secolo a guardia del porto. A metà strada tra Kelibia e El-Haouaria si trova il poco noto sito cartaginese di Kerkouane, una città fondata nel VI secolo a.C. che visse per meno di 300 anni, prima che le forze romane la distruggessero. Fu scoperta nel 1962, e oggi un museo ne conserva alcuni interessanti reperti, tra i quali la 'Principessa di Kerkouane', il coperchio di un sarcofago in legno intagliato che rappresenta la dea Astarte.
Il piccolo villaggio di El-Haouaria si trova nascosto sotto la cima montagnosa di Cap Bon. È una località tranquilla con un paio di belle spiagge, soprattutto a Ras el-Drek. La principale attrattiva è costituita dalle Grotte romane sulla costa, 3 km ad ovest del villaggio. Buona parte delle pietre utilizzate per costruire Cartagine vennero recuperate da questo straordinario complesso di grotte di pietra arenaria gialla: i cavatori scoprirono che la qualità della pietra alla base delle scogliere era superiore a quella della pietra di superficie, e pertanto scelsero di scavare delle gallerie all'interno delle scogliere piuttosto che di abbatterle. Le grotte che vediamo oggi sono il risultato di quasi 1000 anni di scavi.

Hammamet

La maggiore attrazione della città moderna è il Centro Culturale Internazionale, nella zona dei grandi alberghi. Ha sede nella lussuosa villa del rumeno Georges Sebastian, che la donò alla città. Nel vasto giardino sono stati costruiti un teatro all’aperto, sul modello di quelli antichi, e una piscina aperta al pubblico, circondata da un elegante loggiato. Il centro ospita ogni estate il Festival internazionale della Cultura. In riva al mare è stato da poco terminato un Centro Commerciale completo di saloni per congressi, caffè, ristoranti, negozi, gallerie d’arte, sale-gioco, terrazze panoramiche… Dopo Gerba, Hammamet è la più rinomata località turistico-balneare della costa mediterranea tunisina. Frequentata già agli inizi del XX secolo da ricchi europei e americani, prediletta da artisti e intellettuali (vi soggiornarono Flaubert, Maupassant, Gide, Bernanos, Oscar Wilde, Klee e Mack), nota come città-giardino per gli ampi spazi fioriti intorno alle eleganti ville, Hammamet vanta un nucleo storico preservatosi intatto (la città moderna si è sviluppata distaccata da esso, verso ovest), un lunghissimo litorale sabbioso a mezzaluna (10 km circa), distese di aranceti, vigneti, uliveti e coltivazioni di profumato gelsomino nell’entroterra.
Nel 179 il proconsole romano Salvio Giuliano fondò qui la colonia di Pupput, che non rivestì mai particolare importanza. Il nome attuale (plurale di hammam, ‘i bagni’) risale agli Arabi che nel 904 fortificarono la città, all’epoca conosciuta come stazione termale. Nel Medioevo Hammamet fu bersagliata dalle incursioni piratesche e dovette affrontare numerosi assedi: dei Normanni, dei Genovesi, degli Spagnoli. Nel corso del XVI secolo la città accolse gli Andalusi, fu rifugio del famigerato pirata Dragut, venne invano minacciata da Andrea Doria. Il turismo di massa scoprì Hammamet negli anni Sessanta (XX secolo); da allora l’espansione, caratterizzata dall’edificazione di grandi strutture ricettive, è stata continua. La piccola medina di Hammamet, ancora delimitata dalle mura arabe (904, rinforzate con bastioni dal governatore Abou Zakaria nel 1230) e affacciata sul mare, separa la zona delle spiagge, a est, dalla città moderna (ovest). È un agglomerato di case basse e di un accecante bianco, percorso da stretti e animati vicoli e dominato dalla kasba. Vi si può accedere per tre porte, ma la principale è Bab el Souk, aperta in un torrione a occidente, che conduce al coloratissimo souk. Oltre il mercato, a destra, si raggiunge la kasba. Detta anche Forte degli Spagnoli, la kasba di Hammamet è stata costruita dagli Arabi nei primi decenni del XV secolo e consolidata dagli Spagnoli durante la loro breve dominazione (1550-4). A sinistra dell’ingresso una scala porta agli spalti, dove si apre il panorama della medina e della spiaggia. La kasba ospita il Museo dell’ariete (‘arieti’ militari, mosaici che raffigurano arieti, vasi a forma di ariete, arieti impagliati…!), mentre nei pressi, all’interno del ribat di Sidi Ben Issa, si trova il Museo dei costumi tradizionali (tra cui splendidi abiti da sposa). Davanti alla medina, vicino alla kasba, si stende il piccolo ma pittoresco porto peschereccio di Hammamet, dove i pescatori del luogo ormeggiano le loro coloratissime barche. Lungo la spiaggia, si possono visitare gli scavi archeologici (abbastanza poveri) della romana Pupput.

Kaioruan

La fondazione di Kairouan, avvenuta nel 670 per mano del generale Uqba ibn Nafi che gli Omayyadi avevano incaricato di conquistare l’Ifriqiya, viene raccontata in una leggenda. Proprio nella valle di Kairouan, Uqba si fermò con la sua carovana (da cui forse il nome della città) per la notte. La mattina seguente il generale decise di tenere il luogo come punto di riferimento per la conquista del Maghreb, quindi intimò agli abitanti della valle di andarsene. Ebbe allora inizio una strana processione di serpenti e scorpioni, dei quali da allora si dice non ci sia più traccia a Kairouan. Il secolo successivo la città viene più volte attaccata dai Berberi guidati dalla regina Kahina, ma sotto gli Aghlabidi (800-909) diventa un fiorente centro culturale, capace di rivaleggiare con Cordoba e Fustat (vicino a Il Cairo). L’ascesa di Kairouan è arrestata dall’avanzata degli Hilaliani che nel 1057 la distruggono. Anche se conserva gran parte del suo prestigio culturale e religioso la città, che conosce una relativa ripresa nel XIV secolo durante il regno degli Hafsidi, perde definitivamente il ruolo politico di capitale a favore di Tunisi. Kairouan ha esercitato ed esercita tuttora un importante ruolo nella diffusione della civiltà arabo-musulmana in Maghreb. Innanzitutto dal punto di vista religioso, consolidando attraverso il lavoro di esegesi del Corano di diverse scuole (delle quali prevalse la malikita) la legge islamica nell’Ifriqiya. Rilevante anche la tradizione medica, astronomica e matematica, iniziata nel IX secolo con la fondazione di un’accademia specializzata nella traduzione di testi del settore, e quella critico-letteraria. Infine l’architettura di Kairouan, in particolare della Grande Moschea (sintesi dello stile orientale apportato soprattutto dagli Omayyadi e di quello più propriamente nordafricano), fu presa a modello in tutto il Maghreb. Lasciando la medina in direzione della moschea del Barbiere si passa per la zaouia di Sidi Amor Abbada, mausoleo di un leggendario fabbro del XIX secolo, assunto come protettore dai suoi colleghi. Poco lontano dalla zaouia si trova la zaouia di Sidi Sahab, meglio nota come moschea del Barbiere. Essa accoglie le spoglie di Abou Dhama el-Balaoui, il compagno del Profeta che nei suoi pellegrinaggi si dice portasse sempre con sé tre peli della barba del Maestro (da qui il secondo nome della moschea). Fondato nel XIV secolo ma ricostruito dai turchi nel ‘600 e due secoli dopo ampiamente rimaneggiato, l’edificio ha una struttura complessa. Si accede a una prima corte con elegante minareto, collegata da due porte al patio della medersa e a un vestibolo coperto da cupola, ornato da maioliche e stucchi. Dal vestibolo si passa in un corridoio a cielo aperto e quindi in un secondo vestibolo e alla seconda corte, dove si trova il mausoleo vero e proprio. Fuori le mura sono anche i bacini (due, il maggiore largo più di 100 metri e largo quasi 5, più varie cisterne per una capacità complessiva di 63 mila metri cubi) costruiti sotto il principe aghlabide Abou Ibrahim da un certo Khalaf (860). Essi rappresentano una delle opere idrauliche più imponenti del mondo musulmano. Il monumento più importante della medina di Kairouan, chiusa da bastioni settecenteschi recentemente restaurati, è sicuramente la Grande Moschea (Jamaa Sidi Uqba), probabilmente il più antico luogo di preghiera africano la cui fondazione ha coinciso con quella della città. Distrutto nel 668 dai Berberi, l’attuale edificio è il risultato di varie ricostruzioni, rimaneggiamenti e restauri (l’ultimo intervento è del 1972). La sala di preghiera della moschea è preceduta da un ampio cortile rettangolare, originariamente lastricato in pietra ma successivamente parzialmente ricoperto in marmo bianco. Il pavimento del cortile è leggermente inclinato verso il centro, dove un collettore in marmo scolpito convoglia le acque nella cisterna scavata nel sottosuolo, trattenendo le impurità negli incavi a ferro di cavallo della decorazione. Il cortile è circondato da un portico, costruito nel IX secolo, rifatto nel XIII e rimaneggiato dai Turchi nel XVII o XVIII secolo. Le porte che si aprono lungo il portico, che conserva alcuni soffitti affrescati, risalgono ai primi decenni dell’800. Il minareto della moschea si innalza sul lato del portico di fronte alla sala di preghiera. Si tratta di una costruzione di inizio VIII secolo, formata da tre piani a base quadrata che si restringono verso la sommità chiusa da una cupola forse aggiunta in epoca hafside (fine XIII secolo). La porta del minareto presenta elementi di spoglio provenienti da edifici antichi. La sua sagoma massiccia fa ritenere che in origine il minareto sia stato utilizzato anche per scopi difensivi. La sala di preghiera, dove sulla facciata sono ancora riconoscibili alcune decorazioni originarie del IV secolo, presenta all’interno un grande numero di colonne provenienti da diversi monumenti romani e bizantini del Paese. La navata centrale, come quella che corre lungo la parete di fondo, è più ampia delle altre e viene delimitata da file di doppie colonne. Al termine della navata, sulla sinistra, s’incontra il mihrab (nicchia della qibla), circondato da maioliche importate da Baghdad nel IX secolo e rivestito da pannelli in marmo scolpito uniti da fasce con iscrizioni e motivi floreali. Il mihrab è coperto da una semicupola di legno, intonacata e decorata con motivi vegetali (IX secolo). Il minbar (pulpito) della Grande Moschea è l’esemplare più antico giunto fino a noi. È formato da pannelli di tek finemente intagliati e traforati nel IX secolo. Accanto al mihrab si trova la maksoura (1022-23), lo spazio delimitato da un recinto di legno dove il sultano assisteva alle cerimonie. L’ingresso più bello della Grande Moschea è la porta di Lalla Rihana, che si trova sul lato opposto a quello dell’accesso abituale. Eretta nel 1294, la porta immette direttamente nella sala di preghiera. Al centro della medina si trovano i souk specializzati, tra i quali quello dei famosi tappeti di Kairouan. Vicino ai souk è il bir Barouta, un pozzo seicentesco, e poco oltre la zaouia di Sidi Abid El-Ghariani, mausoleo fondato nel XIV secolo che comprende una sala di preghiera e una medersa. Nella medina è da notare anche la facciata di pietra scolpita (886) della moschea delle Tre Porte, ma l'edificio in assoluto più rilevante è la Grande Moschea, rimasta in parte inglobata nei bastioni eretti nel XVIII secolo, costituiti da mura larghe 4 m e 20 torri circolari (quelli originari dell'VIII secolo avevano un'estensione quattro volte più grande!).

Sidi Bou Said

Sidi Bou Saïd è un piccolo villaggio di casette bianche arroccato sulla cima di un promontorio del Golfo di Tunisi, circa 10 km a nordest della capitale. È un luogo delizioso per una passeggiata tra strette stradine di ciottoli e vecchi scalini di pietra. Le sue mura smaglianti sono interrotte qua e là da grate dalle linee curve e riccamente ornate tipiche della zona, tutte dipinte dello stesso blu intenso, e da coloratissime volte che si aprono su cortili cosparsi di gerani e buganvillea. Se pensate di essere finiti su un'isoletta greca, siete perdonati.
Il centro dell'attività nel villaggio è la piazzetta di ciottoli, Place Sidi Bou Saïd, su cui si affacciano numerosi caffè, bancherelle di dolci e negozi di souvenir. Il faro che sovrasta il paese è eretto sul sito di un forte del IX secolo. Vi è una spiaggetta non troppo affollata nelle vicinanze.

E poi ancora...

Bizerte

Bizerte, 65 km a nord di Tunisi, è la più grande città della Tunisia settentrionale. Una delle più valide ragioni per visitarla è sicuramente il fatto che non rientra tra le mete preferite del turismo di massa. Vi sono alcune discrete spiagge nei pressi della città ma la sua principale attrattiva è l'architettura del tradizionale e intatto quartiere del porto vecchio. L'enorme kasbah è la struttura più maestosa nella città vecchia, con le sue mura massicce che si innalzano sul lato nord dell'entrata al porto vecchio. Nato come forte bizantino nel VI secolo d.C., l'attuale forte è stato costruito nel XVII secolo dagli ottomani. Il ksibah (fortino) costituisce il bastione meridionale delle difese del porto edificate dai bizantini, ed ha subito diverse modifiche nel corso dei secoli. Attualmente, ospita un piccolo ma interessante Museo oceanografico. La Place Bouchoucha, un passaggio pubblico più che una piazza, si estende nel cuore dell'antica città ottomana, con il porto vecchio ad est e la medina ad ovest. L'area ospita alcuni vivaci mercatini del pesce, la Grande moschea, costruita nel 1652 con uno straordinario minareto ottagonale, e la bella fontana di Youssef Dey intarsiata, costruita dieci anni prima della moschea. Il cosiddetto Forte spagnolo domina la città dal colle a nord della medina: in realtà è di origine turca e fu costruito intorno al 1570 d.C.

Dougga

Le rovine romane di Dougga, 105 km a sudovest di Tunisi, sono considerate le più spettacolari e meglio conservate della Tunisia. Occupano una posizione di dominio sul ciglio delle montagne Tebersouk, al di sopra della fertile valle dell'Oued Kalled. Il sito fu occupato fino all'inizio degli anni '50 di questo secolo, quando i residenti vennero trasferiti in modo da poter preservare le rovine. A Dougga c'è molto da vedere e, a meno che non disponiate di un budget estremamente limitato, sarà una buona idea farsi accompagnare da una guida esperta. Il primo monumento che vedrete sarà il teatro da 3500 posti, ricavato nel fianco della collina e fatto costruire nel 188 d.C. da uno dei ricchi abitanti della città. È stato sottoposto a notevoli lavori di restauro e offre una cornice spettacolare per rappresentazioni di drammi classici durante il Festival di Dougga nei mesi di luglio e agosto. Subito dopo il teatro, un sentiero conduce al Tempio di Saturno, costruito sul sito di un precedente tempio dedicato a Baal Hammon. A sudovest del teatro, una stradina tortuosa scende fino alla Piazza dei venti, dove la pavimentazione è disposta a formare un'enorme bussola con i nomi dei 12 venti. A nord, la piazza confina con un altro tempio, mentre a sud e ad ovest si trovano rispettivamente il mercato e il campidoglio. Il campidoglio è uno straordinario monumento, uno dei più belli della Tunisia, costruito nel 166 d.C. Il portico, che si trova a 8 m da terra, è sorretto da sei enormi colonne scanalate. La rappresentazione scultorea del fregio si è conservata sino al giorno d'oggi in eccellenti condizioni e ritrae l'imperatore Antonino Pio prigioniero di un'aquila. All'interno del monumento, si trovava un'enorme statua di Giove, di cui vengono conservati alcuni frammenti nel Museo del Bardo a Tunisi. A poca distanza, si trova la Casa di Dioniso e Ulisse, in passato una sontuosa residenza nella quale venne rinvenuto il mosaico di Ulisse incantato dalle sirene, oggi esposto al Museo del Bardo.

El-Jem

Ben pochi luoghi in Tunisia sono più suggestivi di El-Jem, l'antico e ben conservato colosseo di dimensioni poco inferiori a quello di Roma. Davanti ad un monumento così imponente, le dimensioni degli edifici della città moderna perdono qualsiasi rilevanza. Situato su un altopiano a metà strada tra Sousse e Sfax, circa 210 km a sud di Tunisi, El-Jem domina l'intera area circostante ed è visibile a chilometri e chilometri di distanza. Costruito molto probabilmente tra il 230 e il 238 d.C., il colosseo è stato utilizzato come postazione difensiva in diversi momenti. Subì notevoli danni nel corso del XVII secolo, quando le truppe di Mohammed Bey aprirono una breccia nel muro occidentale per fare uscire gli uomini delle tribù locali che si erano ribellati a coloro che imponevano loro le tasse. La breccia venne ulteriormente allargata durante una ribellione del 1850 ma, fortunatamente, la maggiore attenzione posta oggi alla salvaguardia dei monumenti ha fatto sì che l'intero sito sia stato dichiarato dall'Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Il colosseo ha una capacità di circa 30.000 posti a sedere (molti più degli abitanti della stessa città), che lo rende uno dei monumenti romani più imponenti dell'Africa. Se lo desiderate, potete arrampicarvi fino all'anello superiore e ammirare dall'alto l'arena in tutta la sua maestosità. Potete inoltre esplorare i due lunghi passaggi sotterranei nei quali animali, gladiatori e altri sventurati attendevano di entrare nell'arena.

Mahdia

Mahdia è una delle poche città della costa centrale della Tunisia che si è salvata dall'invasione del turismo di massa. È una località piacevole e rilassante, fondata nel 916 d.C. e situata su una piccola penisola circa 200 km a sudest di Tunisi. La principale attrattiva della città è la sua incantevole e antica medina già presente quando, nel corso del XIV secolo, il famoso storico Ibn Khaldoun definì Mahdia la città più ricca della costa di Barberia. Una passeggiata per la medina richiede circa 2 ore, ma la durata varierà a seconda delle soste che effettuerete nei vari negozi e caffè. La Skifa el-Kahla, l'imponente porta di ingresso fortificata della medina, è l'unica struttura che rimane della città originale e offre uno stupendo panorama dalla sua sommità. Si apre sulla stretta via principale di ciottoli della medina, Rue Ali Bey, dove in passato si trovava il souq e dove oggi si susseguono le varie bancarelle per turisti. Percorretela verso est fino a Place du Caire e vi troverete in una deliziosa piazzetta cosparsa di alberi ombrosi, pergolati e caffè. L'ornato portale di ingresso e il minareto ottagonale sul lato meridionale appartengono alla Moschea di Mustapha Hamza, costruita nel 1772, quando la piazza costituiva il centro del quartiere turco della città. Proseguendo verso est sulla Rue Ali Bey, si incontra la Grande moschea. Si tratta di una copia realizzata nel 1965 dell'originale del 921 d.C. distrutto dalle truppe spagnole nel 1554. Le persone di fede non musulmana possono accedere unicamente al cortile, fuori degli orari di preghiera. Nelle vicinanze, è possibile vedere il piccolo minareto della Moschea di Slimane Hamza e, continuando verso est, Borj el-Kebir, una grande fortezza del XVI secolo posta sul punto più elevato della penisola. Al di là del forte, accanto ai resti del vecchio porto, vi sono un cimitero e un faro.

Matmata

In nessun altro luogo della Tunisia il turismo di massa ha toccato i livelli spropositati raggiunti nel villaggio di Matmata, 400 km a sud di Tunisi, sulla costa sudorientale. Le case a pozzo di questo insediamento trogloditico si sono dimostrate un richiamo irresistibile per i pullman di turisti che arrivano ad ondate continue a partire dalle 9 del mattino e che non ripartono fino al tardo pomeriggio. Ad essi seguono le comitive in fuoristrada che utilizzano il villaggio come sosta notturna per i loro safari nel deserto. Inutile dire che gli abitanti locali sono tutt'altro che entusiasti dell'incessante viavai. Non è difficile capire come mai i pullman continuino ad arrivare. Vi è infatti un qualcosa di surreale in questo luogo che, nel suo paesaggio vagamente lunare, è stato non a caso scelto come cornice per alcune scene del film 'Guerre stellari'. I berberi di questa regione scavarono le loro dimore sottoterra più di mille anni fa per sfuggire all'eccessiva calura estiva. Le loro case sono tutte molto simili, con un cortile scavato a circa 6 m di profondità e le stanze che si aprono sui lati. Le case di maggiori dimensioni hanno due o tre cortili, e di solito vi si accede attraversando uno stretto passaggio che collega il cortile alla superficie. Se desiderate vedere Matmata da soli (vi sono guide disponibili), il miglior consiglio è quello di recarvi nel villaggio verso il tardo pomeriggio, dopo che i pullman di turisti sono partiti. Andate a fare una passeggiata oltre l'Hôtel Ksar Amazigh, da dove potrete ammirare un bel panorama di Matmata e della valle dell'Oued Barrak. Ritornati nel villaggio, placate la vostra sete con una bevanda al bar dell'Hôtel Sidi Driss (famoso come la 'cantina' di Guerre stellari), quindi proseguite la vostra visita nei pressi dell'Hôtel les Berberes e dell'Hôtel Marhala, e avrete visto tutto ciò che merita di essere visto. 

Parco nazionale di Ichkeul

Questo parco nazionale, bene del Patrimonio mondiale dell'Umanità, situato 30 km a sudest di Bizerte, è un vero e proprio santuario degli uccelli, particolarmente in inverno, quando l'acqua del lago Ichkeul e le paludi circostanti ospitano più di 200.000 uccelli acquatici migratori provenienti da tutta Europa. Tra questi, si possono ammirare numerose folaghe e fischioni e mezza dozzina di altre specie di anatre, oltre a uccelli più rari come il pollo sultano dalle penne porpora e l'emblema del parco, l'oca selvatica. Ichkeul è l'unico parco nazionale in Tunisia con strutture adeguate per i visitatori, sebbene non offra alcuna possibilità di pernottamento o campeggio.

Tozeur

Tozeur è da sempre una delle destinazioni preferite dai visitatori della Tunisia. E' infatti una vecchia città molto interessante, che vanta un labirinto di intricate viuzze, uno spettacolare museo e un'enorme palmeraie (foresta di palme) sul bordo settentrionale del Chott el-Jerid. Situata circa 435 km a sudovest di Tunisi, raggiungerla costituisce di per sé un'avventura: la strada da Kebili attraversa lo chott (palude di sale asciutto) con un terrapieno. Il grazioso quartiere antico della città, Ouled el-Hadef, fu costruito nel XIV secolo d.C. per ospitare il clan El-Hadef, arricchitosi grazie ai guadagni del commercio caravaniero. L'area è un dedalo di vicoli stretti e di piazzette, ed è famosa per i suoi tradizionali metodi di decorazione con i mattoni. Il piccolo ma interessante museo archeologico merita senz'altro una visita. A parte il Museo del Bardo di Tunisi, il Museo Dar Charait è l'unico museo nel paese che merita assolutamente una visita. Vanta una vasta collezione di ceramiche e antichità, oltre ad una galleria d'arte, di particolare interesse sono le stanze con la ricostruzione della vita tunisina di ieri e oggi. Tra queste, si possono ammirare la stanza dell'ultimo bey, una scena di palazzo, un hammam e una tenda beduina. I custodi del museo, nel costume tipico dei servitori del bey, completano il quadro. La palmeraie di Tozeur è la seconda più grande del paese, con circa 200.000 palme disseminate su un territorio di 10 kmq. Si tratta di un classico esempio di agricoltura a più livelli tipica dell'oasi e conta più di 200 sorgenti che producono oltre 60 milioni di litri di acqua al giorno. Il miglior modo di esplorare la palmeraie è a piedi o con una bicicletta noleggiata all'entrata.

Tunisi

A differenza della maggior parte delle metropoli del mondo, Tunisi si presenta come poco più di un grosso centro di campagna. Il centro della città è raccolto e facile da attraversare e quasi ogni luogo di interesse turistico si trova nell'area compresa tra la medina e la compatta ville nouvelle. La medina è il centro storico e culturale della Tunisi moderna e il luogo ideale per cogliere lo spirito vitale della città. Costruita durante il VII secolo d.C., perse la sua centralità con l'arrivo dei francesi e il successivo sviluppo della ville nouvelle verso l'inizio del XX secolo. Uno dei luoghi più antichi della medina, la Moschea Zitouna, venne ricostruita nel corso del IX secolo sul sito dell'originale struttura del VII secolo. La sala centrale per la preghiera venne edificata impiegando 200 colonne recuperate dalle rovine della Cartagine romana. I visitatori di fede non musulmana vestiti in modo discreto possono accedere unicamente al cortile. Il vostro naso vi aiuterà a tradurre il nome del vicino Souq el-Attarine, il Souq dei produttori di profumi, dove i negozi traboccano di oli e spezie aromatiche. Verso ovest, la Moschea di Youssef Dey è la prima moschea in stile ottomano costruita a Tunisi (1616). Il vicino Souq el-Berka è invece il luogo in cui gli schiavi venivano venduti ai corsari musulmani. Sempre nella medina, si trova il Tourbet el-Bey, un enorme mausoleo che ospita i resti di molti bey, principesse, ministri e consiglieri husseiniti; il custode è sempre pronto a fare da guida. Non molto distante, il Museo Dar Ben Abdallah ospita il Centro di arti e tradizioni popolari, dove gli oggetti esposti sembrano quasi perdere di interesse di fronte alla magnifica cornice offerta dal palazzo. Nella stessa area si trova il Dar el-Haddad, una delle residenze più antiche della medina. Nel 1981, la medina è stata dichiarata dall'UNESCO Patrimonio mondiale dell'Umanità. Le strade della ville nouvelle sono fiancheggiate da palazzi in stile francese ornati da cancellate in ferro battuto e finestre a imposte, che le danno un'aria europea accentuata dalla presenza di diversi caffè e pasticcerie. Dopo aver ammirato l'architettura coloniale, non tralasciate di visitare la Cattedrale di San Vincenzo de' Paoli, la cui struttura è il frutto di una straordinaria e curiosa fusione di stili contrastanti: gotico, bizantino, nordafricano. Una visita da non perdere al di fuori del centro di Tunisi è quella al Museo del Bardo, situato all'interno dell'ex Palazzo del Bardo, residenza ufficiale dei bey husseiniti. Al suo interno, la collezione è suddivida in sezioni relative alle epoche cartaginese, romana, paleocristiana e arabo-islamica. La sezione romana contiene una delle più incantevoli raccolte di statue e mosaici romani del mondo. Il museo si trova circa 4 km ad ovest del centro ed è facilmente raggiungibile in taxi o in tram.