LE CARTOLINE DI JSF: LE CITTA' D'ITALIA
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CARTOLINE D'ITALIA

- Le città d'Italia -

In questo mese:

Lazio: Grottaferrata (RM) JSF 1994
Liguria: Lerici (SP) JSF 1991
Emilia Romagna: Misano Adriatico (RN) JSF 1988
Sicilia: Mondello (PA) JSF 1974
Marche: Tolentino (MC) JSF 1996
Puglia: Trani (BA) JSF 1968
Veneto: Verona (VR) JSF 1970

Grottaferrata

GROTTAFERRATALa storia di questo borgo immerso tra i vigneti, sul versante nord-occidentale dei Colli Albani, è legata alla celebre abbazia, fondata intorno al 1004 da San Nilo e tuttora abitata da monaci basiliani di rito greco. A partire dal 1473 l’abbazia venne fortificata con mura merlate, torrioni cilindrici e fossati; all’interno si trovano la chiesa di S. Maria, che conserva ancora le camere sepolcrali romane con le finestre ferrate (“grotta ferrata”) e il monastero. La chiesa, consacrata nel 1025, ma rimaneggiata nel ‘700, è preceduta da un portico e da un campanile a trifore del sec. XIII; all’interno sono conservati il pavimento cosmatesco, i mosaici del sec. XIII sull’arco trionfale (Pentecoste) e la cappella di S. Nilo, con affreschi del Domenichino (1610).

Lerici

LERICISorge di fronte all’Isola di Palmaria, all’ingresso orientale del golfo della Spezia, in un tratto di costa frastagliato, con alte scogliere e ricco di piccole insenature. Anticamente fu un importante avamposto dei Genovesi nella lotta contro i Pisani. Il nucleo della cittadina, che negli ultimi tempi ha conosciuto una notevole espansione dovuta al grande traffico turistico, conserva parecchi elementi medievali e rinascimentali. L’oratorio di S. Rocco presenta ancora un campanile trecentesco e custodisce alcune pregevoli opere del sec. XVI, mentre la chiesa di S. Francesco, costruita nel ´600 con forme barocche, conserva al suo interno autentiche opere d’arte. L’elemento più caratteristico della cittadina resta la massiccia mole del Castello, che sorge in cima a una lunga gradinata, a picco sulla scogliera. Iniziato nel 1241 dai Pisani, venne ampliato dai Genovesi in varie riprese.

Misano Adriatico

MISANO ADRIATICOL’inesorabile inclemenza del tempo e degli eventi, ma anche la deliberata incuria degli uomini non hanno certo risparmiato, negli ultimi decenni, il già modesto patrimonio artistico del nostro Comune. Questa premessa è necessaria per disilludere quanti credessero di trovare notevoli opere d’arte nel territorio di Misano. Se escludiamo alcuni interessanti resti architettonici dell’antico Castello di origine malatestiana, andato distrutto per eventi diversi (il terremoto del 1786, la seconda guerra mondiale, ecc.) e recentemente riportato, almeno in parte, all’originario aspetto, il patrimonio artistico di Misano va ricercato nelle chiese locali che, nel corso dei secoli, hanno resistito alla tentazione di disfarsi dei loro beni preziosi e che pertanto custodiscono ancora opere di pregevole valore. Cominciamo dalla chiesa di Misano Monte, dedicata a San Biagio, che si può considerare, sotto l’aspetto architettonico, la più interessante di tutto il territorio. E’ sorta nella seconda metà del secolo scorso, a pochi passi dalle fondazioni dell’antica Pieve di Sant’Erasmo che ebbe grande importanza nel medioevo come giurisdizione ecclesiastica. Nell’interno del tempio si possono ammirare una grande “pala” d’altare (dipinto su tela del ‘600) raffigurante la vergine con i Santi Biagio ed Erasmo in adorazione e un pregevole “Cristo” ligneo del XVI secolo, di cui sono ignote le origini. Secondo la tradizione, sarebbe approdata sul lido di Misano dalla Dalmazia. E’ veneratissima dalla popolazione del luogo e delle zone vicine. La chiesa di San Girolamo, facente parte dell’omonimo Convento, è stata costruita nei primi anni del secolo scorso, per volontà di Padre Pietro Natili, monaco gerolomino. La chiesa per ampiezza è la seconda del comune, ma nell’interno non c’è nulla di rimarchevole da segnalare. Mentre è degna di osservazione l’armoniosa facciata in cui si evidenziano elementi architettonici di chiara ispirazione rinascimentale. La chiesa di S. Maria Assunta di Scacciano fu inaugurata il 15 agosto 1929: nel suo interno conserva alcune opere degne di considerazione, come l’artistico gruppo ligneo policromo raffigurante la “Crocifissione con la Madonna, S. Giovanni e la Maddalena” attribuito alla scuola umbro marchigiana del XVII secolo e un “fonte battesimale” in pietra, datato 1606. Quest’ultimo è stato donato alla chiesa dal Card. Michelangelo Tonti, probabilmente di antiche origini misanesi. Nella parte nuova della cittadina, la zona a mare, sorge la Chiesa dell’Immacolata Concezione, di recentissima costruzione. Al suo interno custodisce alcune opere di notevole interesse artistico, come il prezioso “Cristo” su tavola di scuola riminese del ‘300, una “Santa Barbara” (Olio su tela), attribuita alla scuola del Guercino, una pala d’altare raffigurante l’immacolata concezione (Olio su tela) di scuola bolognese del ‘600. Inoltre meritano una menzione le pregevoli “Via Crucis” del ceramista faentino Angelo Biancini e la bella statua bronzea di “Sant’Antonio da Padova”, opera dello scultore riminese Elio Morri.

Mondello

MONDELLOLocalità a meno di 10 chilometri da Palermo, si trova sulla pittoresca baia tra capo Gallo e punta di Priola. Oltre essere un attivo porto peschereccio, è una delle principali stazioni balneari della Sicilia. All’interno del vecchio villaggio di pescatori si trova una torre circolare, resto di un antico castello. In località Punta Priola, alcune grotte abitate in epoca remota conservano ancora visibili graffiti risalenti al Paleolitico.

Tolentino

TOLENTINOIn questa cittadina, allora un piccolo borgo medievale della val di Chienti, visse per decenni un santo eremita, S. Nicola, che ha legato per sempre il suo nome alla fama e al destino della città. Forse la più bella chiesa di Tolentino è proprio la splendida basilica di S. Nicola, ornata da un ciclo di affreschi tra i più vividi e impressionanti della pittura marchigiana del Medioevo, nel cosiddetto cappellone di S. Nicola (risalgono al sec. XIV e sono opera di un artista di scuola riminese). Poco lontano da S. Nicola, lungo il corso Garibaldi, si innalza invece il solenne duomo, dedicato a S. Catervo, protettore della città; anche se la chiesa, nata tra l’VIII e il IX sec., fu rifatta nell’‘800, all’interno conserva ancora il bellissimo sarcofago marmoreo (sec. IV d. C.), che dovrebbe contenere le spoglie del santo patrono.

Trani

TRANIÈ un porto ben riparato da una piccola insenatura del litorale adriatico, tra Barletta e Bisceglie, lungo la quale si estende la città antica con le sue vie strette e tortuose, mentre all’interno sono sorti i quartieri più recenti. L’antica Tyrenum secondo la leggenda fu fondata da Tirreno, figlio di Diomede. Conobbe, grazie alla sua favorevole posizione naturale, un periodo di ricchezza nel Medioevo prima sotto i Normanni, poi sotto gli Aragonesi, tanto che emanò nel 1063 gli Ordinamenta maris, il più antico codice commerciale marittimo. La splendida cattedrale e i nobili palazzi settecenteschi onorano questa città, oggi un po’ soffocata da un’edilizia incontrollata.

Verona

VERONALa città, capoluogo di provincia del Veneto, si trova nella pianura allo sbocco della valle dell'Adige, ai piedi dei monti Lessini. Nodo di importanti vie, fra cui quella che porta al passo del Brennero, Verona si sviluppa lungo le sponde dell'Adige, che in questo tratto descrive due anse sinuose e profonde. Antico insediamento paleoveneto, la città divenne ricca e potente con i Romani, che ne apprezzarono la naturale posizione strategica, punto di passaggio verso il nord dell'Europa. Divenne, a partire dal V secolo, la prestigiosa sede di monarchi ostrogoti, longobardi e franchi, poi devastata dagli Ungari (sec. X). Il declino di Verona ebbe, però, vita breve. Già nella metà del XII secolo, come libero comune, essa divenne il fulcro di fiorenti commerci, mentre la potente signoria dei della Scala trasformò, a partire dal 1260, l'aspetto della città, non solo abbellendola di sontuosi palazzi, ma facendone la prestigiosa capitale di uno dei regni più potenti e culturalmente vivaci del Rinascimento. Nel 1405, la città passò sotto il dominio veneziano della Serenissima che, a sua volta, la impreziosì di nuovi gioielli d'arte, costringendola però a condividerne le sorti fino all'Unità d'Italia. Verona, la più romana delle città del nord. Nel suo centro storico, dalla regolare struttura a scacchiera, corrono ancora il decumano (odierno corso Porta Borsari) e il cardo (vie Cappello e Sant'Egidio). Ma sono il teatro e l'arena, quest'ultima simbolo della città, a far riviere alla città il suo antichissimo passato quando, in estate, si riempiono di migliaia di spettatori e amanti della lirica. A Verona nacque Catullo, il poeta dell'amore, e tra le mura di un suo aristocratico palazzo si consumò, per la fantasia di Shakespeare, il più grande dramma d'amore di tutti i tempi: quello tra Romeo e Giulietta. Verona è una signora, a volte un po' malinconica, che trasmette una strana magia: sarà forse per le possenti architetture rinascimentali che ci parlano del suo passato splendore; o forse per l'Adige che, sornione, la culla senza sosta, regalandole splendidi scorci e tanta umidità!
Il Duomo: Sorge nella parte della città medievale, dove l’ansa dell’Adige è più stretta, e venne costruito sulle macerie delle chiese cristiane distrutte dal terremoto del 1117. A partire dal 1444 si iniziò una lunga opera di rinnovamento che lo portò, entro il 1606, ad assumere un aspetto rinascimentale. L’abside, in tufo, e le strutture di base, sono romanici, mentre all’interno la volta a crociera è retta da pilastri gotici. La facciata conserva un’impostazione romanica, impreziosita da bifore, lesene e archetti, e nella parte centrale presenta un importante protiro a due piani. All’interno il presbiterio è cinto da un tornacoro di marmo del Sanmicheli, con un alto basamento che sostiene colonne ioniche. Sotto all’organo una scaletta conduce a un atrio a tre piccole navate, in cui è custodita una preziosa vasca battesimale ottagonale ricavata da un monolito di marmo scolpito del sec. XII.
Piazza Bra: Questa piazza, che nella seconda metà del ’700 venne trasformata in uno dei ‘salotti’ della città, è uno dei luoghi per eccellenza dove darsi appuntamento con gli amici per un aperitivo. Proprio nel ‘700 fu aperto il Listòn, per antonomasia il passeggio di Verona, e parte delle residenze qui esistenti vennero rimaneggiate. Completamente nuovi sono infatti solo il neoclassico palazzo della Gran Guardia Nuova e l’edificio del Museo lapidario maffeiano, settecentesco; furono invece iniziati nel ’600 ma ultimati due secoli dopo sia il palazzo della Gran Guardia sia il Teatro filarmonico.
L'Arena: Con i suoi 25.000 posti, utilizzati ogni anno in luglio e agosto per le famose rappresentazioni di musica lirica, l’Arena è il simbolo cittadino. Lo storico anfiteatro fu costruito nel sec. I d. C. al di fuori delle mura e veniva usato anche per i combattimenti navali, le naumachie, per le quali si provvedeva ad allagare la platea con l’acqua prelevata dall’Adige grazie a un complesso sistema di condutture. Dell’anello esterno, che aveva tre ordini di arcate ed era alto circa 30 m, restano in piedi soltanto pochi metri, mentre il secondo anello, a due arcate, si è conservato per intero. La struttura esterna dell’arena è costruita a secco con blocchi di calcare della Valpolicella che legano muri di mattoni e pietre. La cavea ha oggi 44 file di gradini (che non corrispondono a quelle originali) alle quali si accede da 64 bocche. La platea ha forma ellittica.
Casa di Giulietta: Proseguendo da piazza delle Erbe in direzione sud-est si raggiunge dopo pochi passi, sulla sinistra, la cosiddetta Casa di Giulietta. La costruzione è duecentesca, e costituisce un bell’esempio di ripartizione degli spazi interni, con cortili e passaggi coperti, di un isolato romano. Su un balcone, a ricordare l’immortale personaggio dell’innamorata shakespeariana, è collocata una statua di Nereo Costantini.
Teatro Romano: Sotto all’alta rocca di Castel S. Pietro, sulla sponda destra dell’Adige, si sviluppa l’area archeologica romana. Il teatro romano, fu costruito tra il sec. I a. C. e il sec. I. d. C.. Nonostante i terremoti, le piene del fiume, le spoliazioni e il riutilizzo dei materiali, conserva ancora la sua funzione di arena all’aperto, e viene utilizzato per spettacoli. Della scena restano le fondamenta e parte della cavea e dell’orchestra, con un diametro superiore ai 30m. Le gradinate, con ancora tracce della copertura in marmo, contano oggi 23 giri di sedili, al di sopra dei quali si aprono una serie di terrazze dalle quali si gode una splendida vista sulla città.
Castelvecchio: Sulla prima ansa dell’Adige, dove già sorgeva un castrum romano, Cangrande II della Scala eresse nel 1354 il suo castello. Il complesso è diviso in due nuclei, separati da un passaggio coperto sulle mura costruito in seguito da Gian Galeazzo Visconti: la parte più piccola, che ospita l’antica reggia, è protetta da doppie mura, mentre quella più grande, con un vasto cortile, era destinata ad accogliere le truppe, ed è munita di un solo giro di mura merlate e torri. Il complesso venne modificato nell’‘800 dai Francesi, che eliminarono parte delle merlature, e poi dagli Austriaci, che ne fecero sede della loro guarnigione. Nel castello ha sede il Civico Museo d’Arte, che ospita, in ordine cronologico, capolavori pittorici e scultorei della scuola veronese, di maestri italiani e stranieri, collezioni di oreficeria, miniature, stoffe e armi. Nella prima sala si trovano opere dell’arte paleocristiana e un sarcofago del sec. XII, nella seconda e terza si trovano sculture policrome in tufo del ‘300. Nelle sale successive si possono ammirare tele di Tommaso da Modena, Turone e Altichiero, numerose opere fiamminghe e di Jacopo e Giovanni Bellini, di Mantegna. Nell’ala napoleonica è collocata la statua equestre di Cangrande I della Scala, uno dei massimi capolavori della statuaria del ‘300. In questa ala si trovano anche tele di Tintoretto, Veronese, Luca Giordano, Tiepolo, Strozzi e Longhi. Il castello è collegato all’altra sponda dell’Adige per mezzo del ponte Scaligero, costruito probabilmente nel 1375-76, in cotto e con tre arcate. Fatto saltare dai Tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, venne ricostruito negli anni ‘50.
San Zeno Maggiore: Nata al di fuori delle mura e rovinata dal terremoto del 1117, questa importante chiesa fu riedificata negli anni immediatamente successivi. La facciata in tufo è divisa da una galleria di bifore in marmo rosso, e regge un grande rosone. Il portale, con protiro sostenuto da due leoni, è scolpito ed elaborato, opera del sec. XII. Il portone è suddiviso in 24 formelle di legno con storie tratte dal Nuovo e Antico Testamento. L’interno, cui si accede scendendo alcuni gradini, è molto ampio e caratterizzato dal riutilizzo di numerosi materiali romani, tra cui le colonne corinzie. Nel presbiterio, che ha linee gotiche, è conservato il trittico di Andrea Mantegna, che rappresenta la Madonna con il Bambino tra angeli e santi, una delle opere fondamentali del Rinascimento italiano. Di fianco alla chiesa resta un chiostro romanico con dipinti e sepolcri.
Piazza delle Erbe: Ancora oggi sede di un affollato mercato, ben rappresenta il profondo connubio tra passato e presente di Verona. Ricalcata sullo spiazzo del foro romano, assunse l’aspetto attuale in epoca scaligera. Sul suo asse sono disposti, lungo l’isola centrale, la quattrocentesca colonna gotica del Mercato, la fontana di Madonna Verona, con una statua romana, e la colonna di S. Marco, aggiunta nel 1523. La piazza offre uno splendido panorama, sospeso in bilico tra Medioevo e Rinascimento: se da un lato vi si affacciano i palazzi del comune, sul lato opposto sorge la Domus Mercatorum, con portico, bifore e merlatura, che fu eretta per volontà di Alberto I nel 1301; di fianco a essa si trovano alcune case torri, ancora superstiti, del quartiere del ghetto, che iniziava alle loro spalle. Sul corto lato settentrionale si affacciano le «Case dei Mazzanti», una ristrutturazione rinascimentale dei fondachi scaligeri. Sul loro prospetto figurano dipinti e affreschi del sec. XV , tra cui le allegorie di Alberto Cavalli.
Piazza dei signori: Dalla Piazza dei Signori di Verona si ammirano la facciata della Domus Nova, in stile veneziano del XVII sec.; la rinascimentale Loggia del Consiglio, le cui statue sulla cornice superiore sono opera di Alberto da Milano; il Palazzo della Regione, costruito in epoca medievale, e rinnovato poi in stile rinascimentale. Sempre nella piazza si può scorgere il Palazzo degli Scaligeri, Signori di Verona dal 1260 al 1387, noti anche per l’ospitalità che offrirono nella loro reggia al poeta Dante, a cui per altro la città ha dedicato una statua, posta al centro della stessa piazza.