CARTOLINE D'ITALIA

- Le città
d'Italia -
In questo
mese:

Alghero
Fondata nei pressi di capo Caccia dai Doria
nel sec. XII, la città venne conquistata dagli Aragonesi-catalani nel 1353, che
la colonizzarono e vi rimasero fino al ‘700. Di tale dominazione conserva il
ricordo nella lingua e nei monumenti, difatti tuttora gli algheresi parlano il
catalano, e la città ha mantenuto sul lato a mare l’aspetto fortificato di
tanti secoli fa, con la sua cattedrale e le sue torri. Verso l’interno la
cinta è invece stata abbattuta per saldare la città vecchia, ancora
perfettamente riconoscibile nel suo aspetto medievale, alla parte nuova,
cresciuta a partire dall’‘800. La città vecchia è difesa verso il mare
dalla cinta ben conservata delle mura spagnole (secolo XVI); particolare è il
suo centro storico fatto di case in pietra arenaria che si sbriciola lentamente
in sabbia. La cattedrale conserva il campanile e il coro in stile tardo-gotico
catalano del Cinquecento, mentre il resto dell'edificio è neoclassico. Gotici
sono pure il presbiterio e il campanile ottagonale della chiesa di S. Francesco.
Notevole, a sud della città, la Torre dello Sperone (o Sulis), risalente al
secolo XVI. Oggi è la quarta città della Sardegna, pur non essendo capoluogo di
provincia, al centro di un’importante area turistica e di produzione
vitivinicola e artigianale. Una particolarità della città è il suo centro
storico formato da case costruite in pietra arenaria, che si sbriciola
lentamente diventando sabbia.

Bellagio
All’estremità del
triangolo lariano, sul promontorio che separa i due rami inferiori del lago di
Como, si trova una delle più eleganti cittadine della sponda comasca. Il clima
mite e la posizione splendida hanno reso celebre Bellagio fin dall’antichità:
secondo le leggende, qui aveva una villa per l’estate il filosofo romano
Plinio il Giovane. Durante il Medioevo, i Longobardi la trasformarono in borgo
fortificato, ma delle antiche mura rimane soltanto una grande torre.
Interessanti sono la basilica di S. Giacomo (sec. XII) e la chiesa di S. Maria
(sec. XI), ambedue romaniche: ma gli edifici più noti sono certo le splendide
ville della nobiltà lombarda, come villa Serbelloni (inizi del sec. XVI) e le
ottocentesche ville Melzi (neoclassica, circondata da celebri giardini), Giulia
e Poldi-Pezzoli. La bellezza del paesaggio, la mitezza del clima e la
buona attrezzatura alberghiera ne fanno un 'ambita meta turistica e una
frequentata località di soggiorno; artigianato degli scialli, delle coperte di
seta e di oggetti in legno d'olivo; produzione di uva, olive e fiori.

Cortona
Bellissime mura etrusche circondano Cortona
nel suo meraviglioso sito panoramico, da dove domina la val di Chiana, in vista
del lago Trasimeno. Alleata dei Romani, importante durante l’epoca dei Comuni,
rimase disabitata per tre anni in seguito al saccheggio aretino del 1258, per
poi rifiorire e divenire centro culturale fortemente determinato dalla presenza
del Beato Angelico e del nativo Luca Signorelli. La sua meravigliosa e ripida
struttura urbana, dove domina la pietra arenaria, narra dell’avvicendarsi
della storia, visibile nelle sovrapposizioni e nei contrasti, nei vicoli e negli
antichi selciati, nei bei palazzi e nelle chiese, che costituiscono un insieme
armonioso e di grande interesse artistico. Notevoli il Palazzo comunale e quello
Pretorio, il duomo, le chiese di S. Francesco, di S. Domenico e, nei pressi,
della Madonna del Calcinaio; la chiesa, situata nei pressi della città, ha
pianta a croce latina ed è sormontata da una cupola. La Madonna del Calcinaio
è l'opera più nota (1485) di Francesco di Giorgio Martini.

Melfi
La cittadina, importante centro agricolo,
commerciale e industriale, sorge sulla sommità di una collina ai piedi del
monte Vulture sulle rive del fiume Ofanto e presenta una struttura
medievale con vie strette dal tracciato irregolare racchiuse dalle mura
normanne. Il suo passato è illustre: fu residenza prediletta dei re normanni
(secc. XI-XII) e poi di Federico II, nonché sede di importanti concili papali.
Domina l’abitato il possente castello normanno, dal quale papa Urbano II
cominciò a predicare la prima crociata, con torri poligonali; rimaneggiato nel
1229, è sede del Museo nazionale archeologico. Nella torre dell’Orologio si
trova il sarcofago di Rapolla, una delle principali testimonianze dell’arte di
scuola asiatica del sec. II d. C. Il duomo, del XII secolo, rifatto nel XVIII,
conserva un bel campanile del 1153 con bifore e decorazione bicroma in pietra
lavica; all’interno, opere d’arte barocche.Nel Medioevo vi fiorì una
celebre scuola fondata da Federico II. Notevole anche la chiesa romanica di S.
Lorenzo.

Rosolina
Mare
Centro litoraneo, costruito negli anni ‘60
come stazione balneare, in prossimità dello sbocco dell’Adige. Vicino
all’ambiente di acque salmastre del delta, è un insediamento turistico legato
a Rosolina, che sorge sulla Strada Romea. All’interno del litorale corre una
larga macchia di lecci, che contribuisce a caratterizzare questi dintorni assai
umidi, dove è intensamente praticata l’ittiocoltura.

San
Vito al Tagliamento
San Vito esisteva nel XII secolo e la sua
storia medioevale e moderna è legata strettamente a quella del Patriarcato di
Aquileia. Furono i Patriarchi, che detenevano il potere temporale, oltre che
spirituale, ad ampliare e rinforzare il castello. Alla fine del XIII secolo San
Vito conobbe un periodo di espansione. Si ebbe una immigrazione di toscani per
fini commerciali e di lombardi per ragioni politiche. Questi ultimi seguirono il
nuovo patriarca, Raimondo della Torre di Como. Venne restaurato il palazzo
patriarcale e furono costruite le torri Raimonda e Scaramuccia. Nel 1341 venne
istituito il mercato settimanale alla domenica, sebbene agli inizi del 1500 fu
portato all'interno delle mura e spostato al venerdì. Nel 1420 Venezia,
espandendosi in terraferma, conquistò anche la Patria del Friuli. Nel 1445 il
Patriarca riconobbe la legittimità della conquista veneziana e in cambio
riottenne un limitato potere temporale su San Vito. La Comunità vide
riconosciuti dalla Repubblica i suoi statuti, si costruirono opere pubbliche e
private e affluì nuova popolazione. Interessanti sono: il Duomo settecentesco,
il monastero della visitazione, la chiesa dell'Annunciata, la chiesa di san
Lorenzo, la chiesa dei battuti e l'antico ospedale. Tra i palazzi vanno visitati
il Palazzo Rota, Fancello, Reinaldis, Tullio Altan, Zuccheri e Sapri. La chiesa
parrocchiale, dedicata ai Santi Vito, Modesto e Crescenzia, fu costruita nel
1437. Successivamente venne ricostruita, nel 1745, per volontà del patriarca
Daniele Delfino, in quanto ritenuta insufficiente ai bisogni del paese.