LE CARTOLINE DI JSF: LE CITTA' D'ITALIA
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CARTOLINE D'ITALIA

- Le città d'Italia -

In questo mese:

Marche: Ascoli Piceno (AP) JSF 1968
Toscana: Cascina (PI) JSF 1996
Puglia: Castellana Grotte (BA) JSF 1989
Veneto: Falcade (BL) JSF 1981
Sicilia: Realmonte (AG) JSF 1998
Lazio: Sermoneta (LT) JSF 1972
Piemonte: Sestriere (TO) JSF 1994

Ascoli Piceno

ASCOLI PICENO È una città medioevale, punteggiata da torri e campanili, avvolta nel caldo colore dorato del travertino, stretta su tre lati dall’acqua dei fiumi Tronto e Castellano che qui confluiscono. Conserva avanzi romani (ponti e mura) ed edifici medievali, come la chiesa gotica di S. Francesco (1282-1371), e rinascimentali. Antica capitale dei Piceni, conquistata dai Romani con tutta la regione nel 286 a. C., Ascoli ha conosciuto uno splendido passato: perfino Alarico si rifiutò di raderla al suolo, affascinato dalla sua bellezza e conscio della sua importanza strategica. Nel 587 fu conquistata dai Longobardi (ducato di Spoleto), fu contea di Carlo Magno (774) e libero Comune dal 1185, mentre dal 1502 al 1860 passò sotto la sovranità papale. Adesso, nel cuore medievale della città, si aprono le piazze rinascimentali più belle della Marche, come piazza del Popolo, il cuore della città, in cui spicca il palazzo dei Capitani del Popolo (secolo XIII), sormontato da una torre del Duecento, con un cortile rinascimentale e un massiccio portale. Ai lati della piazza, nei caffè e nelle pasticcerie sotto i portici si accompagnano gli aperitivi con le irresistibili olive ripiene, capolavoro della gastronomia ascolana. Il centro antico, che si sviluppò soprattutto nei secc. XII-XIII e poi nel rinascimento, ricalca la pianta a scacchiera dell'abitato romano. Di questo rimangono tratti di mura, la porta Gemina e i ponti di Cecco e di Solestà. Il centro feudale e vescovile corrisponde all'attuale piazza dell'Arringo, su cui prospettano il palazzo comunale, con facciata a portici della metà del Settecento, e la facciata del duomo (1529-1539), di Cola dell'Amatrice (1529-39). Sul fianco del duomo si trova il battistero romanico, ottagonale su base quadrata con loggette cieche di tipo lombardo. L'influsso dei modelli lombardi è visibile anche nella chiesa romanica di S. Vittore, mentre la chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio ha una facciata a riquadri geometrici di tipo umbro. La città conserva intatte vie e quartieri in cui torri e chiese medievali e palazzi del Rinascimento si susseguono armoniosamente in compatta sequenza (via dei Soderini, via di Solestà ecc.). Lungo queste vie, le rue che ancora rispettano il tracciato delle antiche vie romane, si corre ogni agosto il Torneo della Quintana, al termine di una lunga sfilata in costume quattrocentesco degli abitanti dei sestieri in cui è divisa la città. È sede vescovile, centro culturale e d'arte con industrie tessili, meccaniche, dei laterizi, delle ceramiche, chimiche, cartarie, alimentari. È sede vescovile, centro culturale e d'arte con una zona industriale in sviluppo (industrie tessili, meccaniche, dei laterizi, delle ceramiche, chimiche, cartarie, alimentari).

Cascina

CASCINACascina giace sulla sinistra del fiume Arno, situata in posizione geografica centrale nella pianura pisana, e presenta un territorio ricco di monumenti storicie e antiche ville. Il tracciato urbano è tipico del Castrum romano, con pianta rettangolare solcata da strade perpendicolari, e conserva parte della cinta muraria medievale con le sue torri e la pieve romanica: un ricco patrimonio artistico, storico e culturale. La più antica memoria del paese risale alla metà dell'VIII secolo, quando i vescovi di Pisa possedevano qui una corte. Lucchesi prima e Fiorentini poi, contesero a Pisa il suo possedimento. 
Cascina era un antico borgo fortificato, corrispondente al tipico impianto dei "borghi franchi" basso medievali, che presentava caratteristiche nuove rispetto alle preesistenti strutture più antiche. Successivamente divenne un importante borgo agricolo appartenente al Vescovado di Pisa. Nei secoli XVI e XVII acquistò sempre più rilevanza come centro agricolo e commerciale per la sua tipica collocazione sull’arteria di collegamento tra Firenze e il porto di Pisa. Cascina fu spesso campo di battaglia negli scontri tra Firenze e Pisa e famoso fu quello avvenuto il 29 luglio 1364, immortalato dal Vasari in un dipinto ed attualmente esposto in Palazzo Vecchio a Firenze. Dopo essere rimasta sotto il dominio di Pisa per l’intero secolo XIV, Cascina passò quindi sotto il dominio fiorentino. Divenne in seguito podesteria comprendendo 21 comuni e nel 1798 fu elevata a Vicariato col titolo di Vicariato di Cascina e Pontedera. Alla fine dell’800 si sviluppò rapidamente come centro di lavorazione del legno, tanto che oggi Cascina é una delle capitali del mobile italiano. L’antica storia della città rimane scritta nei tanti monumenti quali la Pieve di S.Maria, la Cappella del Sacramento, l’Oratorio di S.Giovanni, il Campanile, l’Oratorio di S. Croce, il Palazzo Stefanini e la bella cinta muraria del XIII secolo, poi modificata e innalzata in epoche successive. I dintorni sono ancora costellati di antiche testimonianze storiche e architettoniche che confermano l’importanza e la ricchezza di un territorio storicamente collocato in una posizione geografica di interesse strategico.
PIEVE DI S. MARIA: La Pieve dedicata a Santa Maria Assunta e a San Giovanni é la più antica del territorio di Cascina ed è già esistente, come chiesa, nel 750. L’edificio fu ricostruito tra il XI ed il XII secolo secondo lo stile romanico-pisano ed ha avuto successivamente due restauri nel 1795 e nel 1849. La facciata é caratterizzata nella parte inferiore da cinque arcate, ripetute in numero di tre nella parte superiore. L’interno a pianta basilicale con tre navate ed abside centrale, conserva opere di pregio tra le quali un affresco del 300 di Madonna col Bambino, una Vergine in terracotta del 1500, una pregevole acquasantiera del XII secolo ed altre tele di scuola pisana del Seicento e Settecento.
CAPPELLA DEL SS. SACRAMENTO: Allineata a nord, comunicante con la Pieve, si trova la cappella del Sacramento in stile tardo barocco. Un tempo era una chiesa a parte, divisa dalla pieve da un cimitero. Interessante all’interno della Cappella una tela di Scuola Lucchese della fine del 600 che raffigura S. Caterina da Siena in atto di assistere gli ammalati.
ORATORIO DI SANTA CROCE: Secondo Oratorio di Cascina si trova sulla piazza della pieve. E’ in stile barocco e fu sede della Confraternita di S. Croce finché nel 1785, quando venne chiuso quello di S. Giovanni, fu adibito a Battistero della Pieve.
CAMPANILE: Struttura semplice e massiccia, realizzata con conci di calcare di Uliveto, è a pianta quadrata e affianca la chiesa; privo di decorazioni fu parzialmente ricostruito in laterizio alla sommità nella seconda metà del 400. Il campanile si conclude con una struttura piramidale.
PALAZZO STEFANINI: Di fronte alla Pieve di S. Maria di Cascina si può visitare il palazzo, ora sede della Misericordia, appartenuto all’agiata famiglia cascinese degli Stefanini dal 1647 fino al 1841. L’edificio, che nel 700 aveva dimensioni maggiori, prese origine dalla ristrutturazione di alcune case preesistenti. La facciata é in laterizio e con tre ordini di finestre rettangolari incorniciate da pietra serena, come il portale. Alla semplicità dell’esterno si contrappone la ricchezza decorativa dell’interno. Merita una visita l’ampio salone con ballatoio fastosamente decorato con gusto tardo barocco già sensibile al neoclassico.
ORATORIO DI S. GIOVANNI: Questo edificio (chiamato anche "magione") fu costruito nel XIV secolo e appartenne ai Cavalieri di Rodi e poi a quelli di Malta. La chiesa fu costruita in funzione degli affreschi che ne decorano le pareti interne che servirono da libro per i fedeli poveri e analfabeti (la cosiddetta Bibbia dei poveri). La pianta é a navata unica in due campate di uguale misura, coperta con volte a crociera. Il committente fu Bartolo Palmieri di Cascina cavaliere gerosolimitano. Tutta dipinta da Martino di Bartolomeo di Siena nel 1398 sviluppa storie dell’Antico Testamento, e in misura minore del Nuovo finalizzate all’evento della Crocifissione. L’edificio fu utilizzato prima come magazzino di legnami e zolfo, poi come stalla e falegnameria. Nel 1919 divenne proprietà delle Suore Teresiane di S. Martino che di recente hanno lasciato l’edificio. A partire dal 1921 vi furono interventi di restauro sia dell’edificio che degli affreschi, grazie all’interessamento di Monsignor Pasquale Stefanini.
TORRE CIVICA: L’imponente torre civica merlata e dotata di orologio si affaccia sulla piazza principale della cittadina in tutto il suo aspetto di presidio militare medievale, risaltato dal recente restauro del 1981.
CINTA MURARIA: I cascinesi provvidero a munirsi della cinta a difesa dell’intero borgo molto presto, così come é possibile riscontrare in una documentazione del 1293. Nel XIV secolo la struttura fu modificata e rafforzata. Nel 1385 vi fu un innalzamento delle mura tramite l’adozione di una continua merlatura "ghibellina" e la ripartizione del perimetro esterno delle mura fra 12 torri. Le balestriere (zone dove si collocavano i soldati durante il combattimento) di laterizio si intervallavano regolarmente a circa due metri da terra. Il tessuto murario testimonia le diverse fasi costruite con l’uso di materiali diversi, il verrucano per la prima fascia, materiale misto per la seconda e terza fascia. Un largo fossato cingeva l’intero perimetro murario e due sole erano le porte di accesso collocate sull’odierno Corso Matteotti: Porta Pisana e Porta Fiorentina, entrambe demolite dopo il 1889.

Castellana Grotte

CASTELLANA GROTTELocalità agricola al margine di una depressione carsica (valle di Genna) nell’entroterra di Monopoli. Qui si trovano le celebri grotte carsiche al fondo di una voragine detta Grave, il complesso più grandioso, bello e valorizzato del territorio italiano; scoperte ed esplorate nel 1938 dallo speleologo Franco Anelli, hanno uno sviluppo prevalentemente orizzontale di ca. 2.000 m s.m. lungo piani di frattura degli strati rocciosi calcarei. Si tratta di ampie cavità in cui gli sviluppi verticali raggiungono anche i 30 m di altezza; tra queste, la grotta Nera, la caverna dei Monumenti, così chiamata per le grandi stalattiti che sembrano statue, sala della Civetta, sala dell’Altare dalle sottili formazioni che assomigliano a ceri e la caverna Bianca. Quest’ultima è considerata tra le più belle del mondo per le strabilianti formazioni di cristalli purissimi; anche le gallerie di comunicazione sono abbellite da splendide concrezioni. Una labirintica serie di cunicoli con meravigliose concrezioni stalagmitiche e stalattitiche, citate in un atto notarile già nel 917. Il comune di Castellana (18.000 ab., a 290 m s.m.), così denominato fino al 1950, si trova nella Murgia Bassa. Produzione agricola (olive, uva, ortaggi e frutta), allevamento bovino e industrie (alimentari, dei materiali da costruzione, dei mobili e degli imballaggi) costituiscono le principali risorse economiche.

Falcade

FALCADEÈ una località montana, a 1.137 m s.m., situata in testa alla valle del Biois, nell’Agordino bellunese, circondato dalle vette dolomitiche del Forobon e delle Cime d'Auta. Ben dotata per il soggiorno estivo, grazie alle numerose possibilità di escursioni e il bel panorama, è un ottimo punto di soggiorno anche per gli sport invernali, per i quali rientra nel comprensorio sciistico delle "tre valli". Falcade rappresenta così un ottimo punto di partenza per escursioni sulle Dolomiti. Nei dintorni sorge la chiesa di S. Simon del secolo XII, rimaneggiata nel Settecento. Attraverso i valichi dei passi di Valles e di S. Pellegrino, si raggiungono in breve S. Martino di Castrozza e Moena. La lavorazione del legno e il turismo estivo e invernale, favorito da una consistente attrezzatura alberghiera, costituiscono le principali attività economiche.

Realmonte

REALMONTERealmonte dista 10 Km. da Agrigento, alla cui provincia appartiene. Il comune conta 4.629 abitanti e ha una superficie di 2.041 ettari per una densità abitativa di 227 abitanti per chilometro quadrato. Sorge in una zona collinare litoranea, posta a 152 metri sopra il livello del mare. Grazioso centro agricolo a pochi metri dalla costa, Realmonte si distingue per la ricca produzione di uva, cereali, mandorle e ulivi. Fiorente è l'allevamento di ovini. Dal sottosuolo vengono estratte considerevoli quantità di salgemma e sali di potassio. Tipica è la lavorazione artigianale di oggetti in legno e ferro. Il nome Realmonte deriva dal latino Mons Regalis che significa "Montagna del re". Il primo borgo venne fondato nel XVII secolo dai signori Alimena duchi di Castrofilippo e a questa nobile famiglia rimase sino al 1812, anno dell'abolizione della feudalità. Spicca fra i monumenti la Chiesa Madre dedicata a S. Domenico eretta nel 1700. Nelle zone limitrofe al paese è presente l'area archeologica di Villa Romana Durrueli in cui è stata rinvenuta una villa romana risalente al I secolo d.C.. Realmonte è un piccolo paese posto su una pianura vicina al mare. Tra la spiaggia e le colline gessose che limitano la costa si erge la "Scala dei Turchi".
La Scala è un'amena scogliera di marna, una roccia sedimentaria a grana fine formata da calcare e argilla dal caratteristico colore bianco, sulla quale il vento e la pioggia hanno scavato una gradinata naturale. Lo spettacolo è unico, il bianco degli scogli reso più forte dalla luce del sole si introduce tra l'azzurro del cielo e il blu del mare: un vero paradiso. Le acque sottostanti sono di una trasparenza unica e accolgono in estate numerosi bagnanti e amanti della tintarella. Secondo un'antica leggenda i corsari saraceni, dopo aver ormeggiato le loro navi nelle acque protette dalla Scala, si arrampicarono tra gli anfratti e le insenature raggiungendo la cima della scogliera. Poi razziarano beni di ogni sorta dai villaggi del luogo. È poco probabile che i Turchi fossero giunti fin qui, ma l'immagine popolare ha finito per prevalere. Alla Scala dei Turchi è legata anche un'altra leggenda: a circa duecento metri dalla riva affiorano due scogli, "u zitu" e "a zita", che ricordano la storia di due giovani innamorati del posto.

Sermoneta

SERMONETALa cittadina, sul versante dei monti Lepini a dominio dell’Agro Pontino, conserva un suggestivo aspetto medievale. Circondata da mura duecentesche con torri semicilindriche, sorge ai piedi del castello Caetani (secc. XV-XVI) ampliato nel ‘500 da Antonio da Sangallo il Vecchio per ordine di Alessandro VI Borgia. La cattedrale, eretta nel sec. XIII in stile gotico-cistercense e poi rimaneggiata nel XVIII, ha un bel campanile con scodelle maiolicate. Nei pressi, l’abbazia di Valvisciolo, fondata nel sec. VIII dai monaci greci, ricostruita dai Templari nel sec. XIII, è passata circa un secolo dopo ai cistercensi.

Sestriere

SESTRIERE Nel periodo tra le due guerre, per iniziativa della famiglia Agnelli, su un colle che collega la Val Chisone con la Valle di Susa, nacque un comprensorio di impianti e attrezzature alberghiere che oggi ha pochi rivali in Europa e in cui si disputano anche le gare della Coppa del mondo di sci. L’estensione dell’abitato (820 ab., a 2035 m s.m.), il numero degli alberghi e delle piste hanno certo profondamente alterato il paesaggio naturale (le strutture architettoniche più famose sono gli alberghi a torre, alti e cilindrici), ma la conca del Sestriere resta una delle più frequentate località sciistiche delle Alpi. Il comune comprende tre distinti abitati: Sestriere Borgata, nell'alta valle del Chisone, Champlas du Col, in quella di Susa, e Sestriere Colle, sul colle omonimo, tra la valle del Chisone e quella della Dora Riparia. Nei dintorni si trova il parco naturale della val Troncea.