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| CARTOLINE D'ITALIA - Le città d'Italia - In questo mese: 
 
 
 
 
 
 
 
  Località a meno di 10 chilometri da Palermo,
si trova sulla pittoresca baia tra capo Gallo e punta di Priola. Oltre essere un
attivo porto peschereccio, è una delle principali stazioni balneari della
Sicilia. All’interno del vecchio villaggio di pescatori si trova una torre
circolare, resto di un antico castello. In località Punta Priola, alcune grotte
abitate in epoca remota conservano ancora visibili graffiti risalenti al
Paleolitico. 
  In questa cittadina, allora un piccolo borgo
medievale della val di Chienti, visse per decenni un santo eremita, S. Nicola,
che ha legato per sempre il suo nome alla fama e al destino della città. Forse
la più bella chiesa di Tolentino è proprio la splendida basilica di S. Nicola,
ornata da un ciclo di affreschi tra i più vividi e impressionanti della pittura
marchigiana del Medioevo, nel cosiddetto cappellone di S. Nicola (risalgono al
sec. XIV e sono opera di un artista di scuola riminese). Poco lontano da S.
Nicola, lungo il corso Garibaldi, si innalza invece il solenne duomo, dedicato a
S. Catervo, protettore della città; anche se la chiesa, nata tra l’VIII e il
IX sec., fu rifatta nell’‘800, all’interno conserva ancora il bellissimo
sarcofago marmoreo (sec. IV d. C.), che dovrebbe contenere le spoglie del santo
patrono. 
  È un porto ben riparato da una piccola
insenatura del litorale adriatico, tra Barletta e Bisceglie, lungo la quale si
estende la città antica con le sue vie strette e tortuose, mentre all’interno
sono sorti i quartieri più recenti. L’antica Tyrenum secondo la leggenda fu
fondata da Tirreno, figlio di Diomede. Conobbe, grazie alla sua favorevole
posizione naturale, un periodo di ricchezza nel Medioevo prima sotto i Normanni,
poi sotto gli Aragonesi, tanto che emanò nel 1063 gli Ordinamenta maris, il
più antico codice commerciale marittimo. La splendida cattedrale e i nobili
palazzi settecenteschi onorano questa città, oggi un po’ soffocata da un’edilizia
incontrollata. 
  La città, capoluogo di provincia del Veneto, si trova nella
pianura allo sbocco della valle dell'Adige, ai piedi dei monti Lessini. Nodo di
importanti vie, fra cui quella che porta al passo del Brennero, Verona si
sviluppa lungo le sponde dell'Adige, che in questo tratto descrive due anse
sinuose e profonde. Antico insediamento paleoveneto, la città divenne ricca e
potente con i Romani, che ne apprezzarono la naturale posizione strategica,
punto di passaggio verso il nord dell'Europa. Divenne, a partire dal V secolo,
la prestigiosa sede di monarchi ostrogoti, longobardi e franchi, poi devastata
dagli Ungari (sec. X). Il declino di Verona ebbe, però, vita breve. Già nella
metà del XII secolo, come libero comune, essa divenne il fulcro di fiorenti
commerci, mentre la potente signoria dei della Scala trasformò, a partire dal
1260, l'aspetto della città, non solo abbellendola di sontuosi palazzi, ma
facendone la prestigiosa capitale di uno dei regni più potenti e culturalmente
vivaci del Rinascimento. Nel 1405, la città passò sotto il dominio veneziano
della Serenissima che, a sua volta, la impreziosì di nuovi gioielli d'arte,
costringendola però a condividerne le sorti fino all'Unità d'Italia. Verona,
la più romana delle città del nord. Nel suo centro storico, dalla regolare
struttura a scacchiera, corrono ancora il decumano (odierno corso Porta Borsari)
e il cardo (vie Cappello e Sant'Egidio). Ma sono il teatro e l'arena,
quest'ultima simbolo della città, a far riviere alla città il suo antichissimo
passato quando, in estate, si riempiono di migliaia di spettatori e amanti della
lirica. A Verona nacque Catullo, il poeta dell'amore, e tra le mura di un suo
aristocratico palazzo si consumò, per la fantasia di Shakespeare, il più
grande dramma d'amore di tutti i tempi: quello tra Romeo e Giulietta. Verona è
una signora, a volte un po' malinconica, che trasmette una strana magia: sarà
forse per le possenti architetture rinascimentali che ci parlano del suo passato
splendore; o forse per l'Adige che, sornione, la culla senza sosta, regalandole
splendidi scorci e tanta umidità!
Il Duomo:
  Sorge nella parte della città medievale, dove l’ansa dell’Adige è più
  stretta, e venne costruito sulle macerie delle chiese cristiane distrutte dal
  terremoto del 1117. A partire dal 1444 si iniziò una lunga opera di
  rinnovamento che lo portò, entro il 1606, ad assumere un aspetto
  rinascimentale. L’abside, in tufo, e le strutture di base, sono romanici,
  mentre all’interno la volta a crociera è retta da pilastri gotici. La
  facciata conserva un’impostazione romanica, impreziosita da bifore, lesene e
  archetti, e nella parte centrale presenta un importante protiro a due piani.
  All’interno il presbiterio è cinto da un tornacoro di marmo del Sanmicheli,
  con un alto basamento che sostiene colonne ioniche. Sotto all’organo una
  scaletta conduce a un atrio a tre piccole navate, in cui è custodita una
  preziosa vasca battesimale ottagonale ricavata da un monolito di marmo
  scolpito del sec. XII.
Piazza Bra:
  Questa piazza, che nella seconda metà del ’700 venne trasformata in uno dei
  ‘salotti’ della città, è uno dei luoghi per eccellenza dove darsi
  appuntamento con gli amici per un aperitivo. Proprio nel ‘700 fu aperto il
  Listòn, per antonomasia il passeggio di Verona, e parte delle residenze qui
  esistenti vennero rimaneggiate. Completamente nuovi sono infatti solo il
  neoclassico palazzo della Gran Guardia Nuova e l’edificio del Museo
  lapidario maffeiano, settecentesco; furono invece iniziati nel ’600 ma
  ultimati due secoli dopo sia il palazzo della Gran Guardia sia il Teatro
  filarmonico.
L'Arena:
  Con i suoi 25.000 posti, utilizzati ogni anno in luglio e agosto per le famose
  rappresentazioni di musica lirica, l’Arena è il simbolo cittadino. Lo
  storico anfiteatro fu costruito nel sec. I d. C. al di fuori delle mura e
  veniva usato anche per i combattimenti navali, le naumachie, per le quali si
  provvedeva ad allagare la platea con l’acqua prelevata dall’Adige grazie a
  un complesso sistema di condutture. Dell’anello esterno, che aveva tre
  ordini di arcate ed era alto circa 30 m, restano in piedi soltanto pochi
  metri, mentre il secondo anello, a due arcate, si è conservato per intero. La
  struttura esterna dell’arena è costruita a secco con blocchi di calcare
  della Valpolicella che legano muri di mattoni e pietre. La cavea ha oggi 44
  file di gradini (che non corrispondono a quelle originali) alle quali si
  accede da 64 bocche. La platea ha forma ellittica.
Casa di
  Giulietta:
  Proseguendo da piazza delle Erbe in direzione sud-est si raggiunge dopo pochi
  passi, sulla sinistra, la cosiddetta Casa di Giulietta. La costruzione è
  duecentesca, e costituisce un bell’esempio di ripartizione degli spazi
  interni, con cortili e passaggi coperti, di un isolato romano. Su un balcone,
  a ricordare l’immortale personaggio dell’innamorata shakespeariana, è
  collocata una statua di Nereo Costantini.
Teatro Romano:
  Sotto all’alta rocca di Castel S. Pietro, sulla sponda destra dell’Adige,
  si sviluppa l’area archeologica romana. Il teatro romano, fu costruito tra
  il sec. I a. C. e il sec. I. d. C.. Nonostante i terremoti, le piene del
  fiume, le spoliazioni e il riutilizzo dei materiali, conserva ancora la sua
  funzione di arena all’aperto, e viene utilizzato per spettacoli. Della scena
  restano le fondamenta e parte della cavea e dell’orchestra, con un diametro
  superiore ai 30m. Le gradinate, con ancora tracce della copertura in marmo,
  contano oggi 23 giri di sedili, al di sopra dei quali si aprono una serie di
  terrazze dalle quali si gode una splendida vista sulla città.
Castelvecchio:
  
  Sulla prima ansa dell’Adige, dove già sorgeva un castrum romano, Cangrande
  II della Scala eresse nel 1354 il suo castello. Il complesso è diviso in due
  nuclei, separati da un passaggio coperto sulle mura costruito in seguito da
  Gian Galeazzo Visconti: la parte più piccola, che ospita l’antica reggia,
  è protetta da doppie mura, mentre quella più grande, con un vasto cortile,
  era destinata ad accogliere le truppe, ed è munita di un solo giro di mura
  merlate e torri. Il complesso venne modificato nell’‘800 dai Francesi, che
  eliminarono parte delle merlature, e poi dagli Austriaci, che ne fecero sede
  della loro guarnigione. Nel castello ha sede il Civico Museo d’Arte, che
  ospita, in ordine cronologico, capolavori pittorici e scultorei della scuola
  veronese, di maestri italiani e stranieri, collezioni di oreficeria,
  miniature, stoffe e armi. Nella prima sala si trovano opere dell’arte
  paleocristiana e un sarcofago del sec. XII, nella seconda e terza si trovano
  sculture policrome in tufo del ‘300. Nelle sale successive si possono
  ammirare tele di Tommaso da Modena, Turone e Altichiero, numerose opere
  fiamminghe e di Jacopo e Giovanni Bellini, di Mantegna. Nell’ala napoleonica
  è collocata la statua equestre di Cangrande I della Scala, uno dei massimi
  capolavori della statuaria del ‘300. In questa ala si trovano anche tele di
  Tintoretto, Veronese, Luca Giordano, Tiepolo, Strozzi e Longhi. Il castello è
  collegato all’altra sponda dell’Adige per mezzo del ponte Scaligero,
  costruito probabilmente nel 1375-76, in cotto e con tre arcate. Fatto saltare
  dai Tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, venne ricostruito negli anni
  ‘50.
  San Zeno Maggiore:
  Nata al di fuori delle mura e rovinata dal terremoto del 1117, questa
  importante chiesa fu riedificata negli anni immediatamente successivi. La
  facciata in tufo è divisa da una galleria di bifore in marmo rosso, e regge
  un grande rosone. Il portale, con protiro sostenuto da due leoni, è scolpito
  ed elaborato, opera del sec. XII. Il portone è suddiviso in 24 formelle di
  legno con storie tratte dal Nuovo e Antico Testamento. L’interno, cui si
  accede scendendo alcuni gradini, è molto ampio e caratterizzato dal
  riutilizzo di numerosi materiali romani, tra cui le colonne corinzie. Nel
  presbiterio, che ha linee gotiche, è conservato il trittico di Andrea
  Mantegna, che rappresenta la Madonna con il Bambino tra angeli e santi, una
  delle opere fondamentali del Rinascimento italiano. Di fianco alla chiesa
  resta un chiostro romanico con dipinti e sepolcri.
  Piazza delle Erbe:
  Ancora oggi sede di un affollato mercato, ben rappresenta il profondo connubio
  tra passato e presente di Verona. Ricalcata sullo spiazzo del foro romano,
  assunse l’aspetto attuale in epoca scaligera. Sul suo asse sono disposti,
  lungo l’isola centrale, la quattrocentesca colonna gotica del Mercato, la
  fontana di Madonna Verona, con una statua romana, e la colonna di S. Marco,
  aggiunta nel 1523. La piazza offre uno splendido panorama, sospeso in bilico
  tra Medioevo e Rinascimento: se da un lato vi si affacciano i palazzi del
  comune, sul lato opposto sorge la Domus Mercatorum, con portico, bifore e
  merlatura, che fu eretta per volontà di Alberto I nel 1301; di fianco a essa
  si trovano alcune case torri, ancora superstiti, del quartiere del ghetto, che
  iniziava alle loro spalle. Sul corto lato settentrionale si affacciano le «Case
  dei Mazzanti», una ristrutturazione rinascimentale dei fondachi scaligeri.
  Sul loro prospetto figurano dipinti e affreschi del sec. XV , tra cui le
  allegorie di Alberto Cavalli.
  Piazza dei signori:
  Dalla Piazza dei Signori di Verona si ammirano la facciata della Domus Nova,
  in stile veneziano del XVII sec.; la rinascimentale Loggia del Consiglio, le
  cui statue sulla cornice superiore sono opera di Alberto da Milano; il Palazzo
  della Regione, costruito in epoca medievale, e rinnovato poi in stile
  rinascimentale. Sempre nella piazza si può scorgere il Palazzo degli
  Scaligeri, Signori di Verona dal 1260 al 1387, noti anche per l’ospitalità
  che offrirono nella loro reggia al poeta Dante, a cui per altro la città ha
  dedicato una statua, posta al centro della stessa piazza. | 
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